Chick Corea e Richard Bona a UJ19 il 16 luglio | Umbria Jazz
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Chick Corea e Richard Bona a UJ19 il 16 luglio

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CHICK COREA: THE SPANISH HEART BAND

RICHARD BONA DE LA FRONTERA

16 luglio, Arena Santa Giuliana

Con The Spanish Heart Band, l’ultimo dei tanti progetti cui ha dato vita Chick Corea, mai così attivo e creativo come in questi ultimi anni, si accende uno spot sull’anima latina del grande jazzman. I fans di Corea ricorderanno certamente che My Spanish Heart (1976) è anche il titolo di un disco di grande successo con cui Corea traduceva in suono la sua passione per la musica ispanica ed il flamenco (fondamentale in tal senso fu la collaborazione con Paco de Lucia, leggenda del flamenco).
Praticamente per tutto l’arco della carriera il pianista-compositore ha coltivato questo particolare filone contribuendo, con temi come Spain e La Festa, a creare un repertorio cui molti poi hanno attinto.
La band è un ottetto e comprende due musicisti che hanno suonato in tempi diversi nei gruppi di De Lucia, il sassofonista Jorge Pardo ed il chitarrista Nino Josele. Ne fanno parte anche due fiati (Michael Rodriguez alla tromba e Steve Davis al trombone) ed una sezione ritmica con il cubano Carlitos del Puertos al contrabbasso e Marcus Gilmore alla batteria. Infine, la nuova stella tra i danzatori di flamenco, Nino de los Reyes.
Con Chick Corea siamo davvero ai vertici del jazz moderno. In quale altro modo definire un artista che ha vinto nell’arco di una carriera incredibile, cominciata nelle band elettriche di Miles Davis, ben 22 Grammy (con 63 nomination) ed è stato insignito del NEA Jazz Master, il più alto riconoscimento cui un jazzman possa ambire. Una carriera che lo ha visto, grazie ad un eclettismo che ha pochi riferimenti, muoversi con disinvoltura tra jazz straight ahead, fusion, free, musica classica. Al pianoforte o alle tastiere, Chick Corea ha dato vita a tutte le possibili formule, dalle solo piano improvisations al duo (con Herbie Hancock, Gary Burton, Bobby McFerrin, Bela Fleck, Stefano Bollani, Hiromi) dal trio alle piccole band come “Origin”, fino alle formazioni da camera e alle orchestre sinfoniche.

Il nuovo “Flamenco Project” di Richard Bona ha preso forma tra Madrid e Barcellona ed è stato ispirato da un concerto di Paco De Lucia. Fedele alla sua visione della musica, che si propone di superare i paletti dei generi codificati, Richard Bona con Bona de la Frontera fonde i ritmi africani e le tradizioni andaluse per immaginare un “nuovo flamenco”. Con lui una band di assoluto livello in cui spicca il madrileno Antonio Rey, considerato il nuovo astro della Guitarra Flamenca.
Richard Bona, cantante, bassista e compositore, è stato definito “lo Sting africano”. Nato in Senegal, figlio d’arte (suo padre era un griot, una sorta di cantastorie dell’Africa occidentale) si è prima trasferito in Germania, poi a Parigi, infine a New York. Qui ha collaborato con artisti come George Benson, Branford Marsalis, Bobby McFerrin, Chaka Khan, Michael Brecker, Joe Zawinul. Secondo il Los Angeles Times in lui confluiscono il virtuosismo di Jaco Pastorious, la fluidità vocale di George Benson, il senso dell’armonia di Joao Gilberto, il tutto mescolato con la cultura africana.
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